"È ora di farla finita con tutte queste idee esaltate, bisogna tornare alla ragione. Tutto questo, l'estero e tutta questa vostra Europa, non è altro che una chimera... si rammenti delle mie parole, e se ne accorgerà lei stesso!" aveva concluso in tono addirittura indignato Lizavèta Prokòf'evna, al momento di congedarsi da Evgènij Pàvlovič.

lunedì 12 settembre 2016

L'alienazione del fare per il fare

L'alienazione di Roberto Sambonet


Leggere, studiare e informarsi possono essere attività politiche molto rilevanti, e non solo passivo arricchimento della cultura personale.
E' attivismo allo stato puro, assolutamente fondamentale. E lo è soprattutto se lo si fa finalizzandolo alla crescita della capacità critica e nell'allenare la propria apertura mentale.
Non a caso Gramsci diceva: «Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza». Dove appunto, l'istruitevi era una precondizione essenziale.
E non basta istruirsi, è necessario condividere e confrontare il proprio sapere. Allora, si, che lo studiare diventa l'attività principe.
Il fare per il fare non è necessariamente una modalità positiva, anzi spesso il fare senza costrutto, il muoversi ad ogni costo, nasconde alienazione, nevrosi e frustrazione. Oltre al fatto, che se non si mettono a punto continuamente le proprie azioni, facendole passare al setaccio della critica e dell'autocritica, spesso si commettono errori anche gravi.
D'altronde di governi del fare è completamente piena la Storia italiana degli ultimi 25 anni... talmente piena da aver condizionato a dismisura il discernimento di tutti noi.

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