"È ora di farla finita con tutte queste idee esaltate, bisogna tornare alla ragione. Tutto questo, l'estero e tutta questa vostra Europa, non è altro che una chimera... si rammenti delle mie parole, e se ne accorgerà lei stesso!" aveva concluso in tono addirittura indignato Lizavèta Prokòf'evna, al momento di congedarsi da Evgènij Pàvlovič.

domenica 23 ottobre 2016

Monti e la corruzione





Chissà se i combattenti avversi alla castacriccacorruzione saranno contenti dell'endorsement di Monti a favore del NO al referendum.
È chiaro e mi sembra ovvio che le motivazioni del Mario, e di qualche altro bel personaggio della sua risma, siano opposte a quelle di quanti, con il NO, intendano difendere i diritti sociali e di conseguenza la Costituzione.
Ma non è certamente questo il punto.
Il punto sta nel dover unire semplicemente i puntini, e nel comprendere l'astuzia del saper giocare su più tavoli.
Sorvolo sull'interpretazione circa una sua intenzione di fare un favore al SI, perché il personaggio sarebbe conscio della sua impopolarità. Potrebbe anche starci, ma l'impopolarità è tutta da verificare, soprattutto alla luce delle motivazioni addotte dallo stesso Monti, che lo porterebbero chiaramente ad aderire all'ampio fronte di quelli che credono alla corruzione come madre di tutti i mali. Ciò, in una prospettiva anche di cambio ai vertici della satrapia del governo italico.
In questa sua breve citazione è contenuto il fulcro della questione: "...i problemi dell'Italia non dipendono tanto dalla forma costituzionale e dalla legge elettorale, ma da alcuni connotati fondamentali: l'evasione, la corruzione e una classe politica che usa il denaro degli italiani di domani come una barriera contro la propria impopolarità".
Ma ciò, a parte le tattiche di breve periodo, non dovrebbe stupire più di tanto, il refrain sulla delegittimazione delle istituzioni democratiche e quello sulla corruzione fanno parte del pensiero politico-economico neoliberista, basta andarsi a cercare cosa ne pensassero nel merito Einaudi e Von Hayek.
Quindi, chi sa unire i puntini riuscirà ad avere una visione più completa del progetto montiano.
Ed è chiaro che la vittoria del NO non sarà sufficiente, se dopo non arriverà una piena consapevolezza su quale sia effettivamente la posta in gioco, e cioè la "legittimità" ordoliberista, tramite anche l'impianto della costruzione €Uropeista (ma non solo), oppure la riaffermazione della piena sovranità democratica del nostro Paese, che è l'essenza della Costituzione della Repubblica Italiana, facendo giustizia di tutte le posizioni ambigue, non solo di quelle montiane, interne al fronte del NO.
Anselmo

sabato 22 ottobre 2016

Fiscal compact e Jobs act





I motivi per votare NO il 4 dicembre sono molteplici e non sono tutti strettamente legati solo alla materia dei quesiti posti in votazione.
Se non si ha la cura necessaria ad analizzare adeguatamente i fatti, sfugge un dato essenziale: lo stravolgimento della nostra Costituzione in chiave ordoliberista, iniziato già da tempo: "indirettamente" col Jobs act, per quanto riguarda il diritto al lavoro, adeguatamente tutelato dalla Carta, e per i provvedimenti in materia economica e fiscale, con la modifica dell'art. 81, attraverso il fiscal compact (nel 2012). Tutto ciò nel pieno rispetto del Trattato di Maastricht (che si verrebbe, come precisamente previsto dalla "deforma", come gerarchicamente superiore alla Costituzione italiana)
Cito da Luciano Barra Caracciolo, giurista:
"...come molti NON sanno, il DEF è prima esaminato e monitorato dalla Commissione UE e poi, già oggi, passato al parlamento come una mera comunicazione, e quindi ai fini di una sua mera presa d'atto.
E questo perché così prevedono le innumerevoli e oscuramente formulate postille al fiscal compact, integrate da "comunicazioni" della Commissione che dimostrano, semmai ce ne fosse bisogno, che Bruxelles è la "casa delle libertà"; cioè delle libertà che l'UE si prende essenzialmente nei confronti dell'Italia e della sua ridicolizzata sovranità (democratica, fiscale e monetaria)...."

venerdì 21 ottobre 2016

INPS e Jobs act





L'INPS fa la scoperta dell'acqua calda e ci comunica che, una volta venute meno le decontribuzioni a favore delle aziende previste dal Jobs act, c'è stato un calo nelle assunzioni del 32,9% rispetto ai primi 8 mesi del 2015 e di più del 35% in meno di trasformazioni dei contratti lavorativi in quelli a tempo indeterminato. L'unica cosa che aumenta, ma guarda un po', sono i voucher.... E quindi precarizzazione e licenziamenti a go-go...
Renzi se lo merita o no, solo per questo, un bel NO al referendum?
Macelleria sociale a "tutele crescenti".
E le reali conseguenze si vedranno solo tra un po'... è terribile, è una vera e propria guerra contro le classi subalterne... io ho paura.... chi non ne ha è un incosciente e/o non comprende cosa sta accadendo.... un'immane catastrofe sociale, dalla quale molti di noi saranno inesorabilmente colpiti: giovani, meno

giovani e vecchi...

martedì 11 ottobre 2016

Abolizione delle province?





Molti credono ancora alla storiella dell'abolizione delle Province, quello che in realtà è stato abolito è il voto democratico popolare, questo sia per evitare gli sprechi (?) che il populiiiiismo....
Infatti, nella quasi totale indifferenza domenica si sono tenute le elezioni per i consigli delle Città metropolitane (di fatto province alle quali è stata fatta un po' di cosmesi). Elezioni riservate ai soli consiglieri comunali e non ai cittadini come accadeva una volta.... (https://goo.gl/W2363Y)
Prove generali di quello che accadrà con il Senato se passerà la riforma Renzi...
D'altronde ha ragione Scalfari: oligarchia è uguale a democrazia. La loro.
E' l'ordoliberismo, bellezza: appropriarsi gradatamente e progressivamente degli ordinamenti democratici, avendo come fine il contrario degli intenti costituzionali.


Anche per questo io voto NO al Referendum del 4 dicembre

venerdì 7 ottobre 2016

Limiti e illusioni delle fabbriche recuperate





Sergio Cesaratto con questi appunti prova a tracciare limiti e illusioni delle esperienze dell'autogestione e, soprattutto delle cosiddette fabbriche recuperate, fornendo un punto di vista non liquidatorio di queste esperienze, ma che offra spunti di realismo macroeconomico, tali da prospettare un percorso che superi la cultura della marginalità testimoniale, autoreferenziale e identitaria propria di molti settori antagonisti.
 

giovedì 6 ottobre 2016

Portogallo e default





Il Portogallo viene minacciato di default dalle 4 maggiori agenzie di rating e dalla BCE, perché nella sostanza il suo governo si ostinerebbe a fare politiche anti-austerità (ha aumentato le pensioni e dal primo di luglio ha introdotto una riduzione a 35 ore settimanali per i dipendenti pubblici) e per il suo alto rapporto debito\PIL, che è comunque più basso di quello d'Italia e Grecia.
Tutto questo ce lo racconta qui: https://goo.gl/p435gw l'ex capo economista della Deutsche Bank (che è già di per sé tutto un programma).
Bello eh, voler restare nell'euro e nella UE....

martedì 4 ottobre 2016

Oligarchia e democrazia





Costui crede di essere un grande opinionista, forse il migliore del suolo italico.
In poche righe fa un'affermazione di un'ignoranza sconvolgente, equiparando democrazia ad oligarchia (e non si tratta solo di non conoscere la lingua greca), e commette un grossolano errore di grammatica: riferito ad una persona, si dice oligarca non oligarchico (confondere sostantivo con aggettivo, non è questione di lana caprina), a meno che non si intenda favorevole alle oligarchie, ma l'accusa fatta a Renzi era proprio quella di essere un oligarca.

sabato 1 ottobre 2016

Una rivoluzione copernicana





Potevo tranquillamente continuare ad essere un internazionalista immaginario, un cattofreakkettone, in sostanza un (f)ognatore, che alleva con cura e affetto i propri sogni individuali e di gruppo: i propri desiderata. Senza alcuna offesa per nessuno, per carità, ma è questo quello che vedo ora di una parte molto consistente del mio passato.
Era bello, mi faceva sentire parte d un tutto, era rassicurante e svolgeva una bella funzione terapeutica. Mi faceva dormire meglio la notte e vivere durante il giorno con la bellissima compagna illusione.
Ma non ho potuto più: la mia condizione economica sempre meno all'altezza, la mia "maledizione" di eretico, hanno contribuito ad un certo punto a pormi con brutalità e per intero di fronte al mostro della realtà quotidiana. E ciò è arrivato come una frattura, che ho potuto governare fino ad un certo punto. Ho cominciato ad approfondire conoscenze anche per me molto ostiche. E ora ho intrapreso una strada diversa, che mi conduce anche in luoghi opposti.
Ma le "rivoluzioni copernicane" provocano anche dolore, per la loro intrinseca essenza fondata sulla lacerazione interiore.
Per alcuni ambienti sono diventato addirittura un "paria", un folle, e forse anche qualcos'altro. La scelta può portare a separazioni, ma non dovrebbe portare a perdita di stima a livello umano. Ma tant'è... il mondo delle relazioni è complesso e contraddittorio, e con tutta onestà, posso affermare di aver contribuito anch'io.
Altri, non pochissimi, hanno però compreso, salvandomi dalla solitudine, alcuni semplicemente e senza sforzo alcuno, altri superando delle difficoltà molto comprensibili.
Tutto questo non vuol dire che io sia esente da errori, che rinneghi il mio passato e che sia un pentito. La mia storia è la mia storia, ma in buona parte non mi ci riconosco più, fatto salvo per un bel po' di momenti del passato più lontano, quelli della mia giovinezza.
Quando cominciai a coltivare con amore e con consapevolezza l'idea del cambiamento. Perché quello che sono diventato lo devo anche, e per dei versi soprattutto, a quell'io 15enne di tanti anni fa, che prese coscienza politica, dopo aver visto in tv la morte di Allende, e che mi insegnò una cosa che ancora credo: che ribellarsi sia sempre giusto.