"È ora di farla finita con tutte queste idee esaltate, bisogna tornare alla ragione. Tutto questo, l'estero e tutta questa vostra Europa, non è altro che una chimera... si rammenti delle mie parole, e se ne accorgerà lei stesso!" aveva concluso in tono addirittura indignato Lizavèta Prokòf'evna, al momento di congedarsi da Evgènij Pàvlovič.

martedì 30 agosto 2016

Hayek e Spinelli


Quest'articolo di Quarantotto e di Arturo è di una millimetrica precisione, analizza fin nel dettaglio il filo ordoliberista che lega Hayek a Spinelli, il quale ultimo (che non era affatto un socialista, ma un liberale, molto vicino ai pannelliani, tra l'altro) non ho mai ben capito perché sia tanto amato dai "sinistrati". O forse si, dato che inconsapevolmente(?) sono interni e funzionali al pensiero unico neoliberista.
Dovrebbe bastare questa agghiacciante citazione a far venir meno ogni amore... ma le mitologie sono dure a morire, così come quella dell'Altra Europa. 
In ogni caso, oltre alla citazione in sé, sarebbe opportuno leggersi l'intero articolo, commenti compresi... hai visto mai...

L'articolo sta QUI


lunedì 29 agosto 2016

International Forum NO EURO



L'International Forum NO EURO, che si terrà a Chianciano Terme nel fine settimana dal 16 al 18 settembre è un evento internazionale di notevole portata. Forse il più importante mai organizzato sul tema.
Parteciperanno tra gli altri:
Jacques Sapir (economista), Julio Anguita (fondatore di Izquierda Unida), Inge Hoger (parlamentare Die Linke), Paul Steinhardt (economista), Costas Lapavitsas (economista), Alberto Bagnai (economista), Luciano Barra Caracciolo (giurista), Giorgio Cremaschi (Piattaforma EuroStop), Carlo Formenti (sociologo), Mimmo Porcaro (Socialismo 2017), Marco Zanni (europarlamentare M5s).
Con delegazioni di 12 paesi europei.
QUI il programma.
e QUI le modalità di partecipazione.
 

domenica 28 agosto 2016

Rosso colore



Una canzone intramontabile.
Dedicata a tutti quelli costretti dalle deportazioni ad emigrare e che sognano di tornare nel proprio Paese o nella propria terra, per lottare.
L'amore per la terra d'origine non si può spiegare, provo sincera pena per chi non lo sente (non è sarcasmo).
Basterebbe chiedere ai nostri fratelli delle zone terremotate, forse per capire.
Io l'ho sempre provato e oggi sono sereno per aver posto fine a certe asimmetrie ideologiche, che mi dettavano irrazionalmente di soffocarlo.

sabato 27 agosto 2016

Ventotene's happiness


Molti vivono nell’illusione che in fondo, con tutti i limiti, l’Unione Europea ci protegga da noi stessi, perché non saremmo in grado di farlo da soli, perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità (senza distinguere chi da chi….ovviamente), perché ci mette in contatto con popoli e governi più civili, perché ci sono i politici cattivoni, perché, in sostanza, ce lo meritiamo, e perché la UE è una sorta di ente supremo. Autorazzismo, sindrome di Stoccolma e superstizione, in una miscela letale.
In verità, la necessità di dover imparare la cosiddetta durezza del vivere, una delle conseguenze del rozzo pensiero idealistico “filosofico” derivante dalla miscela di cui sopra, e il pauperismo come effetto ideologico, li si vorrebbe imporre sempre agli altri, mentre molti tale durezza la conoscono benissimo, così come l’impoverimento, senza alcun bisogno di doverli incrementare.
Si prenda ad esempio la deportazione degli insegnanti, simile a quella dei migranti, ma ottenuta con altri mezzi, che apre le porte a nuove forme di deportazione.
La durezza del vivere in questo caso la dovrebbe provare chi la predica e non sa cosa vuol dire dover migrare da Roma ad Aosta o da Palermo a Udine (sempre solo come esempio), lasciando il resto della famiglia nel luogo di partenza.
Ma cosa c’entra questo con l’Europa? C’entra eccome, c’è infatti chi immagina (ma mica tanto, in buona parte è già realtà) un continente (e poi un mondo) di continue deportazioni, di migrazioni forzate, tanto belle e colorate, di libera circolazione dei corpi, come se fossero cose (infatti, chi mastica un pochettino di economia, sa che tutto ciò si chiama, in un contesto neoliberista-mercatista, libera circolazione dei fattori produttivi). In un reale inferno di dolore e sofferenza a causa dello sradicamento…
E a cosa servirebbe? Servirebbe a rendere la percezione della precarietà come norma, così come già previsto da Hartz IV, Loi Travail e Jobs Act…. e ora Buona Scuola… perché precarietà vorrebbe dire abbassamento dei costi del lavoro (salute, sicurezza, salari). E favorire quindi la competitività… Maastricht docet.
Ma aspettate... c’è l’”Altra Europa”! Come non averci pensato?!
Anche se come e quando arrivarci non è dato saperlo…. eh, ma i tempi sono lunghi, bisogna aspettare di vincere le elezioni in più paesi simultaneamente, e che i proletari di nazionalità diversa, invece di odiarsi, si uniscano … aaaah, una cosa facile, facile…..
Peccato che “nel lungo periodo, siamo tutti morti” (cit.)
...e nel frattempo?....
Nel frattempo invece, eccovi la realtà, due nuove richieste “solidaristiche” (una, in verità, sarebbe tutt'altro che nuova) provenienti dalla UE e dalla Germania e che i servantes italici scommetto accoglieranno senza battere ciglio.





Letture consigliate.

di Alberto Bagnai "Il romanzo di centro e di periferia" (dal blog Goofynomics)

di Quarantotto: "Ventotene's Vaudeville..." (dal blog Orizzonte48)

di Sergio Cesaratto: "Un'Altra Europa è impossibile" (da Sollevazione)

di Marco Mori: "Il manifesto di Ventotene: solo un assurdo inno ad una dittatura mondiale" (da Scenarieconomici)


giovedì 25 agosto 2016

La ricostruzione?


Scusate, ma io non credo negli inviti ipocriti di non far polemica in questo momento. Certe responsabilità andrebbero denunciate sempre, soprattutto di fronte alle calamità.
Questo è un provvedimento del divino Monti, durante il suo governo austero, da serio lord europeo. Un governo dedicato alla cieca ubbidienza nei confronti della UE. Un provvedimento che si inserisce in pieno nella filosofia del far fronte alla spesa pubblica cosiddetta improduttiva (per loro!). Nel pieno rispetto del fiscal compact e di quell'obbrobrio che è l'art. 81 in Costituzione.
Perché il pareggio di bilancio è il nostro unico dio.
E quindi non solo nessuna messa in sicurezza dei territori che la stessa Europa vorrebbe, ma che con asimmetrica schizofrenia punisce perché costa troppo. Ma anche una vera ricostruzione che diventa ancor più un miraggio. Lex dura lex.
E allora, avanti tutta con la cultura pop usa e getta, basata solamente sulla narrazione trita e ritrita sugli sprechi, su una astratta corruzione e sul sesomagnatitutto da chiacchiere da bar....
Basterebbe un piccolo sforzo in più e unire i puntini per capire.

Letture consigliate.
 
di Alberto Bagnai: "Amatrice (dormitio virginis)" (dal blog Goofynomics)

di Quarantotto: "Amatrice era un borgo italiano, molto antico..." (dal blog Orizzonte48)

mercoledì 3 agosto 2016

Il "Furore" di John Steinbeck



Ebbene si, lo ammetto. Nutro una vera e propria ossessione per "Furore" di John Steinbeck. Uno dei miei romanzi preferiti in assoluto. Ma giudicate voi quanto possa essere attuale e riferibile ad altre aree del pianeta, anche solo leggendo queste poche righe.
Negli USA si è manifestata ogni tipo di contraddizione e di crimine legati al capitalismo: la sbandierata (inesistente) integrazione, lo spossessamento, la disintegrazione (questa si, vera) delle comunità, lo sradicamento, la libera circolazione dei capitali e dei fattori produttivi, la deportazione per mezzo di messaggi illusori, lo schiavismo, la guerra tra poveri e tra etnie diverse, l'occasione della calamità "naturale", usata come pretesto per la speculazione bancaria.... ecc. [ad libitum]...
Nella contemporaneità e senza soluzione di continuità (a parte la parentesi del New Deal), non va certo meglio. La classe dominante americana è sempre più ricca e i poveri sempre più poveri e il miraggio dell'integrazione resta un miraggio: aree geografiche, e non, in perenne depressione. Ogni speranza di integrazione è stata distrutta dal neoliberismo, dall'ideologia liberal-libertaria e dalla loro "figlia" Globalizzazione III.

Ma adesso, la parola a John Steinbeck:
"...In tutta la California le Hooverville erano in subbuglio.
E cominciarono le retate: incursioni di uomini dello sceriffo negli accampamenti degli abusivi.
Sloggiate. Ordini dell’Ufficio d’Igiene. Quest’accampamento è un pericolo per la salute.
E noi dove andiamo?
Non sono affari nostri. Abbiamo ordine di farvi sloggiare. Tra mezz’ora diamo fuoco all’accampamento.
In quelle tende c’è gente malata di tifo. Volete farglielo seminare in tutta la contea?
Abbiamo ordine di farvi sloggiare. Forza! Tra mezz’ora bruciamo l’accampamento.
Mezz’ora più tardi, il fumo delle baracche di cartone e delle capanne di sterpi saliva verso il cielo, e le carrette degli espatriati sciamavano per le strade in cerca di un’altra Hooverville.
E nel Kansas e nell’Arkansas, in Oklahoma e Texas e New Mexico, i trattori invadevano le campagne e scacciavano i mezzadri.
Trecentomila in California e altri in arrivo. E in California le strade piene di disperati che correvano come formiche per tirare, spingere, sollevare, lavorare. Per ogni carico da sollevare, erano cinque paia di braccia a offrirsi per sollevarlo; per ogni boccone di cibo disponibile, erano cinque le bocche che si spalancavano....
....I trattori che toglievano il lavoro agli uomini, i nastri trasportatori per dislocare i carichi, i macchinari per processare il prodotto: tutto ciò si diffondeva in maniera sempre più estesa; e sempre più famiglie sciamavano per le strade, sperando di raccogliere qualche briciola delle grandi proprietà, struggendosi per i campi lasciati incolti lungo le strade. I grossi proprietari formavano associazioni di mutuo soccorso e s’incontravano per discutere i modi migliori per intimidire, reprimere, uccidere – anche con i gas...."


Lettura consigliata (oltre ovviamente a "Furore"): 
"Il grande crollo" di John Kenneth Galbraith

martedì 2 agosto 2016

Ratto di Europa


[“Ratto di Europa”, Alessandro Turchi detto l’Orbetto (1578-1649)]

"Ho sempre trovato la parola ‘Europa’ sulle labbra di chi, volendo qualcosa dagli altri, non osava chiederlo a nome suo."
(Il cancelliere tedesco Otto von Bismark)

"Adottando l’Euro, l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica." (Paul Krugman, economista, premio Nobel)

"L’Europa? Una tragedia greca." (Jean Paul Fitoussi, economista)

[Il "MITO" di Europa: http://goo.gl/frdraQ]

lunedì 1 agosto 2016

Corsi e ricorsi storici


"Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti." Ettore Petrolini
(Scultura da George Segal. Roosevelt Memorial. Washington D.C. USA · "Soglia di povertà" - La Depressione)