Molti vivono nell’illusione che in fondo, con tutti i limiti, l’Unione Europea ci protegga da noi stessi, perché non saremmo in grado di farlo da soli, perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità (senza distinguere chi da chi….ovviamente), perché ci mette in contatto con popoli e governi più civili, perché ci sono i politici cattivoni, perché, in sostanza, ce lo meritiamo, e perché la UE è una sorta di ente supremo. Autorazzismo, sindrome di Stoccolma e superstizione, in una miscela letale.
In verità, la necessità di dover imparare la cosiddetta durezza del vivere, una delle conseguenze del rozzo pensiero idealistico “filosofico” derivante dalla miscela di cui sopra, e il pauperismo come effetto ideologico, li si vorrebbe imporre sempre agli altri, mentre molti tale durezza la conoscono benissimo, così come l’impoverimento, senza alcun bisogno di doverli incrementare.
Si prenda ad esempio la deportazione degli insegnanti, simile a quella dei migranti, ma ottenuta con altri mezzi, che apre le porte a nuove forme di deportazione.
La durezza del vivere in questo caso la dovrebbe provare chi la predica e non sa cosa vuol dire dover migrare da Roma ad Aosta o da Palermo a Udine (sempre solo come esempio), lasciando il resto della famiglia nel luogo di partenza.
Ma cosa c’entra questo con l’Europa? C’entra eccome, c’è infatti chi immagina (ma mica tanto, in buona parte è già realtà) un continente (e poi un mondo) di continue deportazioni, di migrazioni forzate, tanto belle e colorate, di libera circolazione dei corpi, come se fossero cose (infatti, chi mastica un pochettino di economia, sa che tutto ciò si chiama, in un contesto neoliberista-mercatista, libera circolazione dei fattori produttivi). In un reale inferno di dolore e sofferenza a causa dello sradicamento…
E a cosa servirebbe? Servirebbe a rendere la percezione della precarietà come norma, così come già previsto da Hartz IV, Loi Travail e Jobs Act…. e ora Buona Scuola… perché precarietà vorrebbe dire abbassamento dei costi del lavoro (salute, sicurezza, salari). E favorire quindi la competitività… Maastricht docet.
Ma aspettate... c’è l’”Altra Europa”! Come non averci pensato?!
Anche se come e quando arrivarci non è dato saperlo…. eh, ma i tempi sono lunghi, bisogna aspettare di vincere le elezioni in più paesi simultaneamente, e che i proletari di nazionalità diversa, invece di odiarsi, si uniscano … aaaah, una cosa facile, facile…..
Peccato che “nel lungo periodo, siamo tutti morti” (cit.)
...e nel frattempo?....
Nel frattempo invece, eccovi la realtà, due nuove richieste “solidaristiche” (una, in verità, sarebbe tutt'altro che nuova) provenienti dalla UE e dalla Germania e che i servantes italici scommetto accoglieranno senza battere ciglio.
Letture consigliate.