"È ora di farla finita con tutte queste idee esaltate, bisogna tornare alla ragione. Tutto questo, l'estero e tutta questa vostra Europa, non è altro che una chimera... si rammenti delle mie parole, e se ne accorgerà lei stesso!" aveva concluso in tono addirittura indignato Lizavèta Prokòf'evna, al momento di congedarsi da Evgènij Pàvlovič.

sabato 1 ottobre 2016

Una rivoluzione copernicana





Potevo tranquillamente continuare ad essere un internazionalista immaginario, un cattofreakkettone, in sostanza un (f)ognatore, che alleva con cura e affetto i propri sogni individuali e di gruppo: i propri desiderata. Senza alcuna offesa per nessuno, per carità, ma è questo quello che vedo ora di una parte molto consistente del mio passato.
Era bello, mi faceva sentire parte d un tutto, era rassicurante e svolgeva una bella funzione terapeutica. Mi faceva dormire meglio la notte e vivere durante il giorno con la bellissima compagna illusione.
Ma non ho potuto più: la mia condizione economica sempre meno all'altezza, la mia "maledizione" di eretico, hanno contribuito ad un certo punto a pormi con brutalità e per intero di fronte al mostro della realtà quotidiana. E ciò è arrivato come una frattura, che ho potuto governare fino ad un certo punto. Ho cominciato ad approfondire conoscenze anche per me molto ostiche. E ora ho intrapreso una strada diversa, che mi conduce anche in luoghi opposti.
Ma le "rivoluzioni copernicane" provocano anche dolore, per la loro intrinseca essenza fondata sulla lacerazione interiore.
Per alcuni ambienti sono diventato addirittura un "paria", un folle, e forse anche qualcos'altro. La scelta può portare a separazioni, ma non dovrebbe portare a perdita di stima a livello umano. Ma tant'è... il mondo delle relazioni è complesso e contraddittorio, e con tutta onestà, posso affermare di aver contribuito anch'io.
Altri, non pochissimi, hanno però compreso, salvandomi dalla solitudine, alcuni semplicemente e senza sforzo alcuno, altri superando delle difficoltà molto comprensibili.
Tutto questo non vuol dire che io sia esente da errori, che rinneghi il mio passato e che sia un pentito. La mia storia è la mia storia, ma in buona parte non mi ci riconosco più, fatto salvo per un bel po' di momenti del passato più lontano, quelli della mia giovinezza.
Quando cominciai a coltivare con amore e con consapevolezza l'idea del cambiamento. Perché quello che sono diventato lo devo anche, e per dei versi soprattutto, a quell'io 15enne di tanti anni fa, che prese coscienza politica, dopo aver visto in tv la morte di Allende, e che mi insegnò una cosa che ancora credo: che ribellarsi sia sempre giusto.

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